domenica 2 febbraio 2014

PANDORA CIBERNETICA IMPARA A PARLARE: APOLOGIA DELLO SGUARDO PARADOSSALE - continuando la riflessione sulla creatività

di Valeria Bianchi Mian

L'ombra della mongolfiera sulla terra...

Pierre Soliè in "La femme et le feminin chez les hébreux et les grecs archaiques" (in "Cahiers Jungiens de Psychanalise n.57 - 1998) sottolinea come Pandora, donna mitologica oggetto di godimenti, automa inconsapevole, divulgatore dei vizi sulla terra, sia vicina (anzi, sia la stessa cosa...) al simbolo del serpente diabolico, il "tubo digestivo divorante l'uomo". 
Pandora è in pratica una cloaca, la stessa fogna dalla quale gli adepti volevano estrarre il simbolo della perfezione, Ombra di Eva alchemica sotto forma di "vagina dentata", desiderato e temuto "fantasma originario" (pag.27).
Il lavoro analitico è un operare alchemico per redimere il simbolo e trasformare la materia serpentina di Pandora dall'inconsapevolezza all'unità. La via è quella, ma che poi ci si arrivi è un'altra storia... Partire, si parte. E, se partire è un po' morire, finalmente ci si sposa e si muore (vedi capitolo precedente: "Non mi sposo né muoio", scriveva Anais Nin in "La casa dell'incesto").
Pandora parla e distribuisce parole serpentine.
Immagini paradossali si distribuiscono disordinatamente. 
Ombre e luci trovano una collocazione grazie al lavoro dell'adepto.
La parola alchemica è verbo mercuriale che si esprime per immagini, come i sogni.
Come i sogni, i testi alchemici emergono dall'oscurità dell'inconscio e prendono vita su carta fuori dalla logica lineare del linguaggio cosciente. Per essere assimilati dalla coscienza, i rebus degli antichi alchimisti devono essere letti come si legge un sogno, ci spiega Carl Gustav Jung, senza incasellare le parole e le immagini dentro un unico punto di vista: niente ristrettezze. La prospettiva di lettura è piuttosto paradossale perché bisogna permettersi di credere in qualcosa che contemporaneamente è e non è. Questo rapporto vivo e aperto con l'inconscio è una relazione ben diversa dal'atteggiamento unilaterale del vecchio Saturno, il "Sole ingiusto" (ML Von Franz, "Alchimia", vedi i punti precedenti della riflessione).
Lo sguardo unilaterale, il ragionamento cosciente, la razionalità... un modo di osservare che di base è incapace di scoprire i segreti celati tra le righe di una ricetta alchemica o negli enigmi di un sogno.
Un occhio da una parte, l'altro dall'altra...
l'anima è dunque un po' strabica, eppure ci vede molto bene.

"Guardai con gli occhi di camaleonte la mutevole faccia del mondo", sussurra Anais Nin descrivendo la propria rinascita (pag.13). 
(continua)

Nessun commento:

Posta un commento

INVITIAMO I NOSTRI LETTORI A DONARCI UN COMMENTO O RIFLESSIONE