lunedì 18 giugno 2012

Valeria Bianchi Mian


PSICODRAMMA AL BIVIO 
considerazione brevissima

foto di Luciano Borgna°


Il gioco psicodrammatico lascia a chi conduce e a chi gioca un certo spazio di azione scenica, permette al protagonista (e al conduttore che lo doppia) di muoversi tra i ruoli, ruoli che sono però definibili ed esprimibili in categorie. Un ruolo psicodrammatico può essere interno ed esterno, è attribuibile a un partecipante scelto dal protagonista-giocatore. La scelta, la delimitazione. Come avrebbero rappresentato lo stesso ruolo Tizio o Caio? E' stato scelto Sempronio. Non è dato sapere come sarebbe stato, se... 
  La scena stessa delimita il gioco, ma lo spazio delle possibilità da scoprire è molteplice. Come conduttrice posso "captare" qual'è la direzione migliore da seguire per dare avvio alla scena successiva, e a quella dopo ancora; posso "sentire", "comprendere", "scegliere" la strada al crocicchio.
  L'erma!
 L'erma mi indica che qualcosa io tralascerò. Sempre. Ci saranno per ogni incontro di psicodramma altri incontri mai sviluppati, altri possibili snodi. Eppure, ogni filo rosso (blu, verde...) che avrò seguito e annodato insieme ai partecipanti ad uno psicodramma terapeutico si connetterà al possibile e lo tesserà nel reale. I giochi mai giocati sono sempre presenti nell'ombra delle scene di oggi e domani.
 Lasciare andare le narrazioni non narrate vuol dire ritrovarle in altre forme, leggerle altrimenti.
 Torneranno, le storie non narrate, i giochi non giocati. Torneranno in altri giochi, nelle storie di altre persone, in altri psicodrammi...
... e tutto continua...

VBM  

Nessun commento:

Posta un commento

INVITIAMO I NOSTRI LETTORI A DONARCI UN COMMENTO O RIFLESSIONE