sabato 21 aprile 2012

Valeria Bianchi Mian

ARCANE STORIE: NARRAZIONI CORALI E RAPPRESENTAZIONI SCENICHE CON I TAROCCHI

Narrare una seconda storia è sempre, per un gruppo che partecipa ai laboratori, aprire un livello più profondo e addentrarsi in nuovi punti di vista sulla questione che si va di solito delineando con la prima narrazione.
Riprendendo il tema tracciato da Lauretta Guidetto nel post precedente, e riallacciando il filo della prima Arcana Storia, sottolineo come nel gruppo sia nata l’esigenza, la necessità di proseguire oltre la fine-non fine della prima narrazione.

Nella maggior parte dei nostri laboratori (non il 18 aprile però) le storie narrate vengono rappresentate, messe in scena nell’immediatezza della creazione oppure rimescolate nella scelta degli arcani più rappresentativi, e, attraverso cambi di ruolo, esplorate e sentite nelle loro potenzialità. Nei laboratori non operiamo con lo psicodramma terapeutico nell’accezione clinica del termine, ma è ovvio quanto segue: anche lo PSICODRAMMA IMMAGINALE può aiutare a riflettere in modo alternativo su un problema, può fornire nuovi punti di vista sulle proprie osservazioni del mondo, interno ed esterno, può aiutare a "stare meglio" perché svela prospettive utili e utilizzabili nel quotidiano. Gli arcani non sono distanti dalla vita concreta. Sono riflessi, spunti, strumenti, voci, specchi, stelle che mantengono il mistero eppure illuminano possibilità che nuotano come pesci d’oro e d’argento nelle profondità del nostro inconscio.

Eravamo rimasti con un gruppo che si interrogava sul potere. C'era un Imperatore in empasse di fronte al Matto, rappresentante del dubbio, del trasformismo, ironicamente dirompente. Prosegue la narrazione al secondo livello e viene estratto (di nuovo!) l’Imperatore. Allora è proprio su di lui che la storia si deve centrare...

I TRAVESTIMENTI DEL RE (una fiaba un po’ erotica, comunque per adulti?)

Estrazione de L’IMPERATORE (IV)

C’era una volta un sovrano molto annoiato
Che trascorreva le stagioni entro i confini del palazzo
Decretando decreti e legiferando leggi per il popolo. 
E seduto sul trono fischiettando,
Cantando, cercava di far passare il tempo.

Aveva un grosso scettro tra le mani
E gli piaceva farlo roteare  
Di qua e di là, di su e di giù...
Che gran divertimento in solitario!

Il mondo esterno era sempre un po' un disturbo per lui
Che temeva di distrarsi dalle proprie faccende (onanistiche)
Un giorno un uccello enorme, un’aquila, picchiettò sul vetro della finestra...
Che fastidio!
Il re (Imperatore, sovrano, insomma, l’uomo di potere) pietrificò il rapace
E lo appiccicò sullo scudo come una spilla.
Tutto nel regno era ormai statico e poco fruttuoso, sterile e senza colori…

“Cosa farò oggi?” – si domandava il re
“Cosa farò stasera?” – si domandava ancora.

Estrazione de LA LUNA (XVIII)

Una notte di Luna piena, il re fu colpito come da una folgore
Forse un raggio dell'astro lo ipnotizzò?
Fatto sta che egli si rese conto per la prima volta  
del mondo pulsante là fuori, oltre le mura, ed ebbe un moto di malinconia
Osservando le luci della città.
Ammettiamolo: il fatto che nelle piazze e nelle case si svolgessero baldorie
Passeggiassero le donne, e ci fossero avventure possibili, beh
Lo attraeva!
Doveva fare qualcosa, ma non poteva addentrarsi nei vicoli oscuri con i suoi propri abiti…

Estrazione de LA FORZA (XI)

Decise di travestirsi da donna.
Non si trovò neanche tanto brutta, anzi “Sono bella!”, disse, ammirandosi allo specchio
Nel suo giardino c’erano animali selvatici di ogni specie; c’era persino un leone
Un leone bonaccione come un grosso gatto.
Decise di portarlo con sé.
Come ci si sente ad essere donna?
Doveva darsi un tempo: il re sapeva che in 48 ore avrebbe dovuto tornare a palazzo.
Perché? Questione di incantesimo? Non si sa. Di fatto, è così.

Estrazione de IL CARRO (VII)

I cavalli galoppavano nella polvere delle strade, e il re, travestito da donna
Era davvero una potenza, lui con il suo leone,
Dirompente.
48 ore per sperimentare l’altra faccia del sesso, della vita, delle cose.
Caricò strumenti musicali sul Carro, alcolici e cibo
E andò a cercare nuovi amici.

Estrazione de IL SOLE (XVIX)

Incontrò due giovani che stavano facendo il bagno nello stagno
Erano splendenti come il sole, e non troppo giovani per essere
Estranei ai divertimenti mondani.
Credendolo una bella donna, oltretutto accompagnata da un leone
ne furono affascinati
E lo invitarono alla festa che si sarebbe svolta nel centro della città la notte successiva.
Una festa bellissima e molto divertente.
Accidenti, erano anni che il re non riceveva inviti!
Non potendo fare il bagno con i due fanciulli (avrebbero scoperto la sua vera identità)
voleva invitarli sul Carro immediatamente e partire con loro, ancora mezzi nudi
Cantando e suonando, bevendo e fischiettando in direzione della festa…

Estrazione de L’APPESO (XII)

Ma quelli volevano giocare ancora un po’ nell’acqua
il tempo della festa popolare era ancora lontano
E allora il re s’inventò il gioco del trasformismo
Per dire la verità senza dirla, e per riflettere la propria identità.
Disse ai due fanciulli di voltarsi e di contare fino a quando
Egli stesso non avrebbe dato un ordine di gioco.
Si appese a testa in giù e dissee “Ora!
Guardate il mio riflesso nello stagno… e poi
Raccontate storie per libere associazioni di idee!”
Il riflesso, appunto, lo mostrò dritto, svelando
Come le cose che sono in un modo appaiano spesso diverse.
Che bel gioco! Quante storie si potrebbero raccontare a tal proposito…
Anche i ragazzi se ne appassionarono e cominciarono a guardare
Il mondo riflesso nello stagno per vedere
Tutti i contrari di ciò che vive intorno.

Estrazione de LA RUOTA (X)

Tutta la storia e tutte le storie sono ruote che girano
E permettono, se tu le fai girare e ti immetti nel movimento, di cambiare le prospettive
I punti di vista delle osservazioni, le risposte possibili.
La visione delle cose è sempre in itinere
E non è male fare un giro su una storia diversa ogni tanto...

Il gruppo (stranamente?) interrompe qui il suo racconto, ritenendosi soddisfatto delle risposte che ha ricevuto.
Il rigido e sterile re, con il fallo-scettro e lo spirito-aquila resi di pietra, un Logos (spirito) così mediocremente chiuso in se stesso eppure convinto per posizione di poter legiferare senza conoscere "il popolo" viene improvvisamente scosso dalla Luna. Praticamente l'improvvisa follia di tipo dionisiaco (Dioniso folle, gira il mondo travestito insieme alle menadi prima di poter "rinsavire"...) spinge questo principio maschile (dal punto di vista di un piccolo gruppo di donne, ricordiamolo, eppure...) a uscire da sé e a superare la chiusura uroborica (il serpente che si morde la coda) e onanistica. La sperimentazione che porta verso l'altro-da-sé passa attraverso un momentaneo (48 ore) travestimento, il diventare donna, e attraverso un'esperienza apparentemente adolescenziale e mondana (cercare divertimenti, musica, amici), eppure... una risposta (la Ruota degli eventi ha mille prospettive) viene data. Cosa significa osservare le cose da una prospettiva diversa?

Non si sa se e quando i tre amici andarono alla festa della città, la festa popolare, e se il re, travestito da donna, riuscì a tornare in tempo a palazzo (forse allo scadere delle 48 ore sarebbe rimasto per sempre così…?), magari scoprendo qualcosa di nuovo su di sè e sul proprio popolo... ma questa potrebbe essere un'altra storia...
(continua?)








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