martedì 17 aprile 2012

Valeria Bianchi Mian

AAA. ARTEFICI ARTISTI ALCHIMISTI: AD OGNI INDIVIDUO, IL PROPRIO ORO QUOTIDIANO (CON UNO SGUARDO AL PRINCIPIO FEMMINILE).

disegno di Valeria Bianchi Mian


Articolo tratto da pubblicazione scientifica ad opera dell’autrice: “L’Androgino Femmina dal Caos all’Uno, percorsi di trasformazione alchemica” (Università Degli Studi di Torino). E’ vietata la riproduzione anche parziale senza citare la fonte.




Chi sono gli alchimisti dei nostri giorni?
Scrittori, poeti e pittori, anche il poeta e pittore che in ognuno di noi crea immagini e sogni. Sogni notturni e sogni ad occhi aperti. Gli adepti di oggi sono tutti coloro che hanno  a che  fare con  l'opera di  "transustanziazione della prospettiva materiale in anima”  attraverso le proprie risorse creative. 
Lavorando quotidianamente con noi stessi, ascoltando sia gli aspetti di noi che ci piacciono sia quelli che non amiamo, misceliamo le energie e apriamo le porte del laboratorio alchemico.
Esploriamo.
Evolviamo.
Andiamo verso un nuovo che è anche antico.
Tutto ciò avviene facendo spazio allo spirito creativo, voce che armonizza tutti gli opposti. Ascoltare lo spirito creativo significa imparare  dall'alchimia. (1)





La  tradizione della psicologia di imparare dall' alchimia comincia verso la metà degli anni '20, quando Carl  Gustav Jung scopre nel mondo immaginale e simbolico della filosofia ermetica il necessario collegamento tra "il passato, con lo gnosticismo" e "il futuro, con la moderna psicologia dell'inconscio".
L'incontro con l'alchimia fornisce a Jung un ponte mercuriale  attraverso il tempo e "le basi  storiche" delle  sue proprie  esperienze interiori,  alla scoperta dei simboli "di  un altro  più alto dio, che aveva donato all'umanità il Krater (crogiuolo), il vaso della trasformazione spirituale.     
Il  Krater è un  principio femminile che  non  ha potuto  trovare posto  nel  mondo patriarcale di Freud". Nell'opera  di   Freud   il  motivo  " del  gnostico  Jahveh  e  del  Dio-creatore" di materia  diversa  e  inferiore  rispetto a se stesso,  riappare  con  la  forza di  un ostile ed  "oscuro Super-Io derivante da quel padre" dai tratti divini.
Anche nel  pensiero patriarcale  cattolico  il  principio  femminile in qualità di  Madre di Dio e  Sposa di Cristo è stato accolto "nel  divino  talamo  solo  recentemente, dopo secoli di esitazione", ottenendo, un "parziale riconoscimento" con la proclamazione dell'Assunzione della Vergine da parte di Pio XII nel 1950 (2).
Maria  ascende  al cielo come  madre e sposa simbolica del figlio e come  sapienza divina, accanto  ai tre volti del maschile. (3)  Lilith,  Eva,  Maria,  Sophia,  madre e  figlia, vergine e prostituta- si fanno spazio in cielo, oltre che nei  paesaggi sublunari della  Hyle. (4) Il principio femminile è una questione interiore sia per gli uomini che per le donne, e l'accoglienza che gli individui riservano a questo principio è condizione imprescindibile per poter vivere creativamente. Se il femminile trova nuovi luoghi per operare se stesso creativamente in terra e in cielo, e questo ampliamento "avviene" anche nella realtà delle donne di oggi, è anche vero che, sottolinea Jung, la sua Assunzione si preparava già da  molto tempo, perché:  "nell'  alchimia  filosofica  il  principio femminile ha una  parte   uguale  a  quella  maschile".(5)  
La stessa affermazione è valida se tiriamo in ballo i tarocchi. Le figure degli arcani maggiori esprimono un equilibrio necessario tra il principio maschile e quello femminile.
Prendendo come riferimento i tarocchi di Marsiglia, Papa e Papessa, Imperatore e Imperatrice, Sole e Luna si accompagnano a figure ambivalenti e ricche di "argento vivo", l'elemento mercuriale alchemico: la Morte, il Diavolo, il Matto...
Nei laboratori di psicodramma immaginale, questa doppia visuale diventa evidente nella costruzione di racconti corali. Le storie che nascono, abbiamo notato in questi anni, mettono spesso in gioco gli elementi e in relazione il femminile con il maschile, nonostante le difficoltà e gli ostacoli che ogni gruppo sottolinea.





Anche nello svolgimento pratico dell'opera alchemica  la sposa e sorella mistica  lavora  accanto  all'artifex per realizzare nella storta (vaso alchemico) il mistero  della  trasformazione e  della  congiunzione degli  opposti.                                                    
Le quindici  tavole del "Mutus Liber "(opera anonima del XVI secolo  riprodotta in varie edizioni) illustrano il percorso alchemico pariteticamente affrontato dall'artefice e dalla soror in relazione (6).                                       
L'immagine dell’unione mistica appartiene da sempre all'umanità e attraversa il  mondo da  Oriente ad  Occidente;  nella  filosofia ermetica  il  risultato del  sacro matrimonio tra  Sole e Luna,  Re e Regina,  Adamo ed  Eva o  altre personificazioni è un  terzo elemento che comprende in sé gli opposti in questione, trascendendoli.        
"Quando  due  elementi  chimici si  compongono, si alterano entrambi":  il figlio rotondo degli alchimisti, l’oro alchemico, la psiche androgina lunar-solare, risultato della congiunzione, si  rigenera nello sposalizio pratico e insieme simbolico della coscienza, culturalmente e simbolicamente percepita come mascolina, con la matrice inconscia attribuita al principio femminile (7).





Ciò può avvenire, a livello “micro”, eppure vivamente, ogni giorno nello spazio sociale.
Ogni volta che un’idea comincia a farsi strada e a proporre nuovi punti di vista per affrontare i problemi del quotidiano.
Ogniqualvolta l’azione creativa RISOLVE un’empasse.
Fino alla nuove empasse dell’Io.





"L'artifex  è  il  servitore  dell'opera" (8).
Operando  faccia  a  faccia  con l'inconscio,  prima  o poi all'Io non resta che togliersi il cappello, sottomettendosi al processo della sua stessa trasformazione; la dominante della coscienza si modifica  di  continuo perché l’opera trasformativa è sempre in atto, in ciclico tempo: "Il fine  importa soltanto come idea, ma essenziale è l'opus che porta al fine. Esso colma la durata della vita con un fine per conseguire il quale si uniscono correnti destre e sinistre e operano  coscienza e inconscio". (9) Il fine,  dunque, di  individuarci  e costruirci   così  come  siamo,  è quella  "cura del  divenire ciò che si  è"  che, nel pensiero di donna-  in questo caso  quello di Nadia Fusini-  lavora  nel  corpo e  sui suoi simboli, perché la "libertà  può accadere nel corpo, non fuori, né   contro di  esso". (10)     





Il dove alchemico è uno spazio simbolico in cui l'artefice stesso cuoce a  fuoco lento,  si  riscopre e risorge estraendo l'anima dalla prigione della  visione inconscia, subita e non ancora sperimentata, per  congiungerla  in  "unio mentalis"  (11)  con  lo spirito, dandole nuova speranza e, dopo, riportarla giù, a rivivificare il punto di vista materiale, il corpo silente dell'esperienza nel mondo, dando vitalità all'anima. Anima: la materia-donna e la materia-Anima nell'uomo.                                                                  





Passo  dopo  passo nel vivere quotidiano, e sogno notturno dopo sogno notturno, il viaggio   alchemico  interiore  è  lo stesso processo intrapreso anche dall'analizzando nella relazione terapeutica, un  percorso  di ricerca del centro delle molteplicità, attraverso la  propria   "Calcinatio, Solutio, Separatio, Coniunctio, Putrefactio, Congelatio, Cibatio, Sublimatio, Fermentatio,  Exaltatio" (12),  lavorando  con tutto se stesso in terapia individuale o nel gruppo.





Il luogo dell'alchimia, il laboratorio interiore è misterioso, è un "avvenimento" dell'anima (13) e dentro l'alambicco l'Io rigido, il vecchio e malato re di un reame a senso unico, che guarda il mondo da una prospettiva ormai non adatta ai tempi, si dissolve.
Amplifica il proprio sguardo verso un regno intermedio di realtà sottile che può essere espressa al meglio per mezzo del simbolo (14).





NEI LABORATORI DELLE HERMAE SI OPERA PER DARE SPAZIO AI LABORATORI INTERIORI DI OGNI PARTECIPANTE. UN'ALCHIMIA CHE PERMETTE NUOVE SOLUZIONI E UN ASCOLTO PROFONDO DI SE' E DELLE PROPRIE RISORSE. 
  
Quale percorso può essere più utile oggi, in piena “crisi”? L’operare alchemico può aiutarci a percepire che il futuro è ancora possibile.






1- J. Hillman, Alchemical blue and the unio mentalis (pag. 143)
2- C. G. Jung,  Ricordi, sogni, riflessioni   (pag. 245 seg.)            
3- Sulla luna come amante delle donne vedi:   E. Harding,    I misteri della donna.       
4- C. G. Jung,  Mysterium coniunctionis    (pag. 125 seg.)  
5- C. G. Jung,  Ricordi, sogni, riflessioni    (pag. 247)
6- C. G. Jung,  La psicologia della traslazione    (pag. 231)
Immagini del  Mutus Liber  in:  F. Rizzati,   La pietra filosofale   (pag.136 seg.) 
7- C. G. Jung,   La psicologia della traslazione    (pag. 21)
8- C. G. Jung,   La psicologia della traslazione    (pag. 140)
9- C. G. Jung,   La psicologia della  traslazione   (pag. 57)      
10- N. Fusini,   Uomini e donne, una fratellanza inquieta.  
11- C. G. Jung,  Mysterium coniunctionis   (pag. 518 seg.)   
12- Secondo l'ordine delle incisioni della Philosophia Reformata, Mylius 1622 in:  De Rola, Alchimia.
L'ordine delle operazioni e delle fasi segue le proiezioni di ogni artefice con il suo personale percorso.                                                    
A questo proposito vedi  C. G. Jung,  La psicologia della traslazione (pag. 230) 
13- M. L. Von Franz,  L'Eterno Fanciullo  (pag. 262)
14- C. G. Jung,  Psicologia e alchimia  (pag. 309)


Nessun commento:

Posta un commento

INVITIAMO I NOSTRI LETTORI A DONARCI UN COMMENTO O RIFLESSIONE