giovedì 19 aprile 2012

Valeria Bianchi Mian

ARCANE STORIE: CONSIDERAZIONI INTORNO AI TRASFORMISTI
(spunti di riflessione)

Da sempre gli junghiani si rivolgono alle immagini archetipiche con interesse, ammirazione, atteggiamento esplorativo. Gli arcani maggiori appartengono alla categoria “immagini archetipiche”, ovvero porte d’accesso all’archetipo stesso, che di per sé è inconoscibile, non esprimibile altrimenti che per mezzo di immagini simboliche, appunto.
L’opera di Claudio Widmann, “Gli arcani della vita – una lettura psicologica dei tarocchi” ci accompagna e conferma il pensiero che da anni guida le nostre esplorazioni, mie e di Monica Burato, coinvolgendo man mano altre colleghe che con le immagini lavorano, vivono, giocano… Lauretta Guidetto, Mariel Vespa… e tutte coloro che nel gruppo di riflessione e lavoro intorno alle immagini arcane entreranno e danzeranno da oggi in poi.

Uno spunto di riflessione sulla storia narrata nel post precedente.

Tutti i personaggi “inventati” (o riconosciuti?) dal gruppo a partire dalle carte estratte sono elementi dotati di duplice sguardo e si possono definire appartenenti a due mondi: coscienza e inconscio, vita e morte...

Anche l’Imperatore, con il suo potere di vita e di morte, si situa nella terra di mezzo come guardiano della soglia. Nonostante sia descritto come colui che definisce l'appartenenza degli altri, delle anime, al buio o alla luce. Caronte, emanazione della Morte estratta dal mazzo, traghetta le anime che a loro volta, proprio come le erme che danno il titolo al nostro blog, transitano e si trasformano nel movimento verso un altrove. Anche la regina sul Carro governa i cavalli blu e quelli rossi, gli aspetti spirituali e quelli carnali, sanguigni, dell’esistenza umana.
Non è solo il Matto, con la sua trasformazione in Diavolo, dunque, ad essere doppio.
Il Matto però è descritto come il trasformista, il trickster, il briccone di cui ci parla Carl Gustav Jung (vedi ad esempio “L’uomo e i suoi simboli”).
Ma chi è il briccone?
C’è qualcuno che lo sa?
Provate a rispondere…



Claudio Widmann ci ricorda che il briccone, il Jolly, è colui che con "atteggiamento ludico" sa combinare "in modo singolare categorie antitetiche dell'esperienza. Presuppone una relativa sospensione del senso di realtà (...) e contemporaneamente implica una partecipazione intensamente realistica (...)" (pag.435)
Realtà e fantasia, e come la fantasia possa servire a trasformare la realtà, sono il pane, il nutrimento dei nostri laboratori alchemici.
Gli psicodrammatisti, non a caso, utilizzano il termine "gioco" per indicare il concretizzarsi della scena nello spazio gruppale.
Il gioco...
continuiamo la storia e continuiamo a riflettere...

Nessun commento:

Posta un commento

INVITIAMO I NOSTRI LETTORI A DONARCI UN COMMENTO O RIFLESSIONE