sabato 2 novembre 2013

Laura Guidetto







Osservando l'Infinito



Osservare alcune opere d'arte, almeno questo è ciò che mi capita a volte, può portare  in una dimensione molto vicina all'infinito. 
Di recente ho avuto la fortuna di poter ammirare al museo dell'Orangerie  "Le ninfee" di Claud Monet; la stanza ricoperta da queste  immense tele ti circonda, e tu, se hai la fortuna di arrivare in un orario "magico", di poco affollamento, sei immerso in quel sapore, in quelle immagini che il grande pittore impressionista, dipinse in una serie di 250 dipinti. 
 In quegli istanti di silenzio assoluto, puoi entrare  dentro quell'aria rarefatta e sentir vibrare i fiori bianchi fluttuanti, che insieme al cielo si muovono sulla superficie dell'acqua e ti avvicini almeno un po' a quell'infinito.
In un periodo di grande malessere sociale come questo, riuscire a rivolgersi alle immagini, ai sogni, alle fiabe, al mito, può risultare un'esperienza interiore importante; il poter fare appello al proprio mondo interno, ai sogni e quindi a dei codici vicino all'infinito, può aiutare nella ricerca del senso e del proprio percorso.
Molto spesso mi è capitato di ascoltare nei racconti delle persone, quanto un'immagine impressa nella  mente, sia stata la fonte di molte scelte anche poco razionali, ma in alcuni casi quella potenza è scaturita proprio dal linguaggio dell'immagine interiore che guida proprio in quella direzione. 
Come afferma bene J. Hillman in Saggio su Pan, il sogno, la fantasia e l'immaginazione delle arti possono trasportarci in un mondo mitico, dove valgono altre leggi, e dove è all'interno di noi stessi che possiamo realmente fare qualcosa. Ciò che facciamo con l'immaginazione ha per l'anima le stesse conseguenze del mettere in atto. Ogni comportamento è guidato dai processi immaginali e li esprime.
"Diveniamo più patologici quando non cogliamo, in questo o quel segmento della nostra vita, il fantasma presente in quello che stiamo facendo o il fatto che ciò che stiamo fantasticando sta avvenendo fisicamente, anche se in modo sottile e indiretto. Invece prendiamo le cose alla lettera, e la metafora, l'elemento che mantiene la vita psicologicamente intatta, si spezza. (...) Diventiamo meno patologici quando possiamo ripristinare l'apprezzamento metaforico di ciò che avviene." (J. Hillman, 1972.p.91) 
Seguendo il filo che corre tra le pagine dell'autore, arriva a dirci quanto sia importante riconnettere la fantasia con il comportamento, arrivando alla dissoluzione di quel letteralismo. 
Ma qui aggiungo una mia personale riflessione, connettersi alla fantasia non vuol dire inventarsi realtà inesistenti, in questo caso ci si potrebbe maggiormente avvicinare alla menzogna o anche eventualmente ad aspetti deliranti. 
Anche la fiaba può ricollegarci alle radici della vita, perchè parla lo stesso linguaggio sia degli istinti che delle emozioni.
Ogni situazione della nostra vita può essere vista o in un'ottica restrittiva o aperta sull'infinito, ravvivandola con il colore dei sogni o del mito.
A tal proposito ho pensato di riportare un racconto tratto dal libro di Patrick Fischermann "Racconti dei saggi che leggono le stelle" , da poco regalatomi da un "caro amico palermitano", affinchè non solo io ma anche tutti coloro che han voglia di tornare a guardare le stelle, spostino lo sguardo almeno un po' verso l'infinito.

I Guardiani del cielo
racconto zigano

" Gli zigani hanno insegnato a ballare agli orsi e questi hanno insegnato loro a leggere la volta celeste. Gli ursari dicono che i sacri bestioni hanno infuso la leggenda nei loro sogni.

Nei tempi lontani in cui la terra apparteneva agli animali, gli orsi vegliavano sull'eterna primavera. vigeva la legge  dell'aiuto reciproco: il lupo proteggeva la pecora e la gazzella dormiva tra le zampe del leone. Al minimo conflitto, il vento avvisava l'orso, e lui ristabiliva la pace. Ma ogni cielo ha le sue leggi. ben presto la saggezza degli orsi non riuscì a contenere le dispute. Si delimitarono i territori, si aguzzarono gli uncini, il freddo divenne pungente. Quando le bestie ritornarono in sè, era troppo tardi: il Sole s'era ritirato dalle radure e la morte per gelo colpiva nell'ombra. 
Due orsi alzarono il muso verso gli astri e si misero in cammino per cercare di salvare i loro piccoli: contavano di riportare indietro il Sole e di salvare la Terra.  Camminarono per tanti giorni quante erano le stelle sopra di loro. Avevano le zampe consumate e le pellicce coperte di brina. 
Un giorno salirono sulla montagna che toccava il firmamento. il toro delle nuvole, commosso dalla loro storia, li lanciò con una cornata ai venti del mondo: I quattro volti dell'aria soffiarono su di loro sollevandoli fino alla Luna. La sposa del Sole li informò che l'universo era in preda ad un grande scompiglio. Li pose in un campo di stelle dove era solito passare il Sole. questi venne, li riscaldò e mostrò loro la dimora di Colui-che-cambia-i-cicli. Il dio ariete li ricevette e li toccò sul muso. Guardate, disse, indicando due esseri ritti sulle zampe posteriori, l'uomo e la donna. Il Sole li porta con quattro stagioni. Sono nomadi. I vostri piccoli non moriranno più di freddo, vivranno nel cerchio-memoria dell'eterna primavera e del duro inverno. 
Quel giorno, l'Orsa Minore e l'Orsa Maggiore presero posto ai suoi lati nel cielo dei guardiani. 
Passarono gli eoni. orsi e rom erano consapevoli dell'influenza degli astri sulle creature. Gli uni grugnivano sotto il cielo, gli altri dicevano la buona ventura. Poi gli uomini cessarono di vivere in un cerchio: delimitarono i territori, aguzzarono gli uncini e cacciarono senza pietà orsi e zigani.
Ogni cielo ha le sue leggi e la canicola minacciò la Terra. A quel tempo un rom ripercorse la via degli orsi, camminò tanti giorni quant'erano le stelle sopra di lui, salì sul monte del firmamento. Il toro delle nuvole lo lanciò verso i soli, un grande scompiglio agitava l'universo. Il dio ariete lo toccò sulla fronte, gli confidò la meta del destino, gli mostrò la fine del grande ciclo e l'alba imminente.
Presto vedremo brillare l'uomo-stella e sapremo in quale mondo siamo entrati. Chi vedremo apparire, ai lati del Sole? "

Buoni sogni

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