Valeria Bianchi Mian
ALCHIMIE MASCHILE/FEMMINILE:
QUANDO LE IMPERATRICI SONO CATTIVISSIME E GLI IMPERATORI FRAGILI.
(estratto da testo ad opera dell'autrice - Università Degli Studi di Torino - è vietata la riproduzione senza citare la fonte)
Apparente digressione rispetto agli argomenti post-laboratorio sugli Arcani Maggiori (un laboratorio molto ricco quello di ieri, di spunti per riflettere ne avremo... nei prossimi giorni), ma è solo apparenza. Riprendo un testo scritto anni fa, e ne posto qui un estratto. Nel farlo, ritrovo indubbiamente il filo rosso del mio ultimo articolo sull'Imperatore. La debolezza e il potere sono due punti chiave del discorso...
Torno dunque ad un argomento a me caro, ovvero: le fasi dell'incontro tra il principio maschile e il femminile, e le difficoltà connesse al caso, le mille ombre, i passi falsi.
Mi capita spesso, nei gruppi e nel lavoro clinico individuale, di incontrare donne che sottovalutano il proprio "zampino" nell'andamento discendente delle relazioni tra i sessi. L'elemento oscuro del femminile è anche Imperatrice (IV) dispotica, Regina nera, bambina crudelissima. Prendere coscienza di questo lato del Sé e lavorare per redimerlo è molto importante. Ovviamente, quando una donna si mette davvero in discussione salta fuori l'ipotesi iniziale: si scopre che la Regina nera è a sua volta fragile cosa, dipendente dall'Imperatore dispotico mascherato da vittima. Ed ecco il gioco reciproco delle dipendenze affettive.
Un accenno al tema, qui di seguito.
Riprenderò altri fili nei prossimi tempi, se vi piace.
Nella prospettiva di sviluppo della coscienza secondo Erich Neumann, la Madre viene dal "caos" e il Padre procede da lei oltre la fusione con la notte inconscia percepita comunque come "qualcosa di materno" (1).
La coscienza centrata sull'Io e il patriarcato come cristallizzazione di valori maschili solari che sull'Io si fondano sono un prodotto derivato per opposizione e distacco dall'iniziale fase di autoconservazione e fusione indivisa (2). La "conquista di sè" (3) da parte del maschio è lotta eroica fuori e contro il primo regno, un'istituzione di fortezze egoiche sul territorio antico dell'unione, fino alla presa di potere sull'Altro- sull'inconscio, sulla terra, sulla donna.
Torno dunque ad un argomento a me caro, ovvero: le fasi dell'incontro tra il principio maschile e il femminile, e le difficoltà connesse al caso, le mille ombre, i passi falsi.
Mi capita spesso, nei gruppi e nel lavoro clinico individuale, di incontrare donne che sottovalutano il proprio "zampino" nell'andamento discendente delle relazioni tra i sessi. L'elemento oscuro del femminile è anche Imperatrice (IV) dispotica, Regina nera, bambina crudelissima. Prendere coscienza di questo lato del Sé e lavorare per redimerlo è molto importante. Ovviamente, quando una donna si mette davvero in discussione salta fuori l'ipotesi iniziale: si scopre che la Regina nera è a sua volta fragile cosa, dipendente dall'Imperatore dispotico mascherato da vittima. Ed ecco il gioco reciproco delle dipendenze affettive.
Un accenno al tema, qui di seguito.
Riprenderò altri fili nei prossimi tempi, se vi piace.
Nella prospettiva di sviluppo della coscienza secondo Erich Neumann, la Madre viene dal "caos" e il Padre procede da lei oltre la fusione con la notte inconscia percepita comunque come "qualcosa di materno" (1).
"Venere si è persa"/dipinto di Valeria BM°
Lo stadio del potere e della forza è (4) il primo passo nella manifestazione del principio fallico maschile e dell'Animus nella donna; il valoroso guerriero del sole, però, così come l'uomo che si consacra figlio perenne, mirano entrambi al possesso del cerchio. Le loro gesta sono un sacrificio che li porta a morire in onore della Madre magnificata, "a causa" o contro di lei (5).
"sono sempre di grandi dimensioni, sia che si tratti di tiranni o di vittime, di uomini o di donne."
June Miller, moglie di Henry, è il gigante che solo Anais può riportare alla dimensione giusta, perchè Henry "ha sacrificato June" inventandola, "creazione di una donna crudele perchè ha bisogno di dolore e violenza per riuscire a creare, oppure perchè gli piace essere vittima di una donna, non lo so). Dice che è affascinato dal male, ma tutto quello che fa è castigare June", dividendola a metà e ingigantendone l'aspetto oscuro.
"Ora June se ne sta davanti al cumulo degli scritti di Henry e non sa dire se è una prostituta, una dea, una criminale, o una santa"(6).
Quando il figlio o l'eroe si impossessano della donna sotto forma di dettami dell'Animus e dall'inconscio lavorano per fare di lei un culto, la loro alleanza con l'Ombra nera rende vincente un unico ruolo, quello di attrice titanica e fatale, il solo modo per rapportarsi all'uomo senza soccombere, nella prospettiva di una lotta all'ultimo sangue tra Venere meretrice e il freddo, distante Saturno, oppure di un rabbioso braccio di ferro con Marte nel suo aspetto demonico di zolfo nero. Lui si quieta nell'abbraccio, è il "vir a foemina circumdatus" (7) e: "Quando l'uomo giace nel suo grembo, la donna è compiuta ", scrive Anais; egli può giacere nel suo grembo e poi nascere "ogni volta rinnovato, con il desiderio di agire, di ESSERE. Per una donna il compimento non è nella nascita, ma nel momento in cui l'uomo riposa dentro di lei." (8)
E che sia eterno cullarsi di uomo-figlio in ninna nanna o riposo del guerriero tra una battaglia e l'altra, è lei a nutrirsi della fusione, a crescere nella sicurezza del dominio, salvo poi ritrovarsi aggrovigliata nelle reti di un patto diabolico, spauracchio di un nano e condannata per vivere a spossare lo sposo e fargli paura. Bramando ciclopiche femmine nel miraggio di battaglie contro mulini a vento, il Logos di potere si avvinghia sempre più strettamente alla notte materna in una gotica, macabra danza con la morte (9). Rendere le donne madri (per se stesso) è un vero e proprio atto di dominio per l'uomo consacrato a figlio e non fa che allontanare la possibilità di un incontro tra esseri di pari altezza, attenuando in ogni sesso il terrore per l'Ombra del reciproco, la quale si estroflette nelle proiezioni controllate e nei giochi di potere della coppia (10).
Il figlio si coagula, rapprendendosi e fissandosi come pargolo dormiente o morente, come Cristo crocifisso, il capo incoronato di spine sopra il ventre materno, attraverso secoli di immagini sacre. Egli accoglie il proprio fato e muore ogni anno cambiando nome e luogo di culto: di volta in volta è Tammuz, Baal, Attis, Adone, in una lista di fanciulli-fiore (11).
Max Ernst, 1926
quadro che Max Ernst dipinse nel 1926 si discosta nettamente: "La santa Vergine castiga Gesù Bambino davanti a tre testimoni " (uno dei quali rappresenta il pittore stesso) (12). Una muscolosa, severa e imponente Madonna incombe al centro dell'immagine come una cattedrale sulla città; Ernst ha fermato l'istante in cui la donna sta per colpire con forza il roseo fondoschiena di un Gesù-bambolotto del quale non si scorge il volto. Tre uomini spiano quel gesto di punizione con un'aria tra il voyeristico e il dubbioso: commentano, forse, tra loro, la tragica maestosità della scena. Qui la madre non è nè amorevole nè disperata. Lei è l'unica padrona della pelle del figlio.
Cosa penseranno veramente i tre testimoni?
Nel 1870 Leopold Von Sacher Masoch dà alle stampe "Venere in pelliccia"; se lo scrittore avesse potuto, cinquant'anni più tardi, partecipare ai commenti dei tre uomini davanti alla Vergine autoritaria, avrebbe avuto le idee chiare a proposito.
Nella vita come nella letteratura, l'ideale di Masoch è una glaciale e dispotica dominatrice: ella governa l'uomo che si fa figlio per renderla gigante. Lui la esige cattiva, la invoca, la crea e finisce per soccombere all'inevitabile; è lei a vincere e ritrovarsi libera, alla fine, mentre lui non fa che oscillare tra sadico dominio sulla donna e consacrazione ad essa (13). Sotto cieli saturnini, Wanda Von Dunayev, la "Venere del Nord " si gonfia di inconscietà, fino a spezzare il gioco e il giogo rendendosi libera e viva. Severin, il figlio-amante protagonista del romanzo, è un intellettuale riservato e schivo, un "dilettante della vita" che trascorre pigramente le sue noiose giornate in una stazione termale dei Carpazi (14). Prima ancora di incontrare Wanda, egli si crogiola pensando alla Venere di pietra che si erge tra le piante del giardino; una statua senza amore è quel che lo scrittore spera per sè, una donna che lo distrugga e per la quale struggersi, consumandosi nel corpo e nello spirito.
Severin-Masoch cerca la Donna e la vuole fissata in un sorriso di sasso privo di calore; egli aspira ad una Pandora-oggetto che si faccia soggetto di crudeltà senza mai poter decidere. Wanda è forte e molto passionale ma scivola subito nei giochi perversi
di Severin, forse perchè in fondo al suo animo (o perchè, in fondo, il suo Animus) teme il vero potere, quello dato dal collegamento con il destino e la voce autonoma del femminile.
Vedova, la "prima materia" dei teatri sessuali di Masoch vive sola e autonoma.
Con sicurezza, ella dichiara all' uomo il proprio ideale pagano: poter amare senza contratto, seguire le leggi della vita piena.
" Rinuncio al vostro rispetto ipocrita, preferisco essere felice." (15)
Severin insiste, non vuole viverle accanto, bensì sottomesso. Egli non è in grado di camminarle a fianco e invoca il tiranno; fa di Wanda un Titano, risvegliandone l'Ombra immensa.
"Le concedo tutti i diritti di un marito, di un adoratore, di un amico. E' contento?", chiede la giovane. Ma Severin insiste ancora: "Preferisco una donna senza virtù, senza fedeltà, senza pietà, perchè una simile donna, nella sua grandezza egocentrica, è pur essa un ideale (..) Faccia di me quello che vuole (...) un marito o uno schiavo." (16)
"Ma, via, si controlli", prega Wanda, "non è questa la strada per conquistarmi e tenermi." (17).
Martire devoto al Grande Femminino, Severin prende possesso della donna in qualità d'Animus, le monta la testa insinuando in lei il sogno nero del dominio:
"Non comprendo più me stessa (...) Lei ha corrotto la mia immaginazione, mi ha scaldato
il sangue, comincio a cullarmi in tutte le sue storie. L'entusiasmo con cui parla di una Pompadour, di una Caterina II, e di tante altre donne egoiste, frivole e crudeli, mi sconvolge, prende possesso della mia anima e mi spinge a volte a voler assomigliare a queste donne che, nonostante la loro perfidia, sono state servilmente adorate per tutto il tempo che hanno vissuto,
ed esercitano miracolosamente il loro potere al di là della morte. In conclusione, lei farà di me
una tiranna, una Pompadour a uso domestico." (18)
Una meretrice casalinga, una tiranna tutta per sè è il sogno che Severin agisce con Wanda, il cui animo fiero e ingenuo è sopraffatto e condannato ad un mortifero connubio con lo schiavo, il servo, lo gnomo mercuriale, bricconesco padrone travestito da figlio sottomesso (19). Risvegliata alla perversione, Wanda gode nel fuoco della propria cattiveria come una salamandra (20). Ormai completamente drogata dal sogno di dominio che lui le ha istillato, la terribile, idropica Regina (21) è sempre più assetata di schiavi e si pretende libera come prima:
"Ci si deve sentire simili agli dei nel veder tremare davanti a sè, in ginocchio, degli esseri
umani (...) Io sarò una dea. Di tanto in tanto, silenziosamente e nel più grande segreto, discenderò verso di te dal mio Olimpo." (22)
Wanda e Severin firmano un contratto e Masoch materalizzerà nel suo privato i dettami di quel documento con la baronessa Fanny von Pistor, contratto con il quale la donna acquisisce completo potere di vita e di morte sullo schiavo-amante.
Flagellato da mano di donna, Severin-Masoch è il figlio punito dalla Vergine, vera incarnazione del sacrificio; nella sua analisi dell'archetipo del femminile, la Harding riporta il caso della Villa dei Misteri pompeiana, nella quale si trovano affreschi rappresentanti rituali in onore della Grande Dea lunare: in questo caso, però, è una giovane iniziata ad essere fustigata da un'anziana donna.
E' la Vergine a pagare il conto per il suo legame inconsapevole con l'Ombra materna sposa del nano; la donna sacrifica al dominio la parte più pura ed autonoma di se stessa.
E' la Vergine a pagare il conto per il suo legame inconsapevole con l'Ombra materna sposa del nano; la donna sacrifica al dominio la parte più pura ed autonoma di se stessa.
Solitamente la frusta cadeva sulle spalle degli uomini devoti alla dea, aggiungendosi ad altri gesti rituali come circoncisione, castrazione simbolica e morte (23).
Il figlio-amante si autocastra nell'estasi per la Madre e il circolo vizioso continua a girare senza sosta in un testa-coda sempre uguale a se stesso. La donna identificata con l'Ombra materna sposa del figlio si fa contenitore e gabbia del fallo fecondante, quel "Logos spermatikos" (24) che potrebbe rigenerarla, "solificarla", illuminando il suo pensiero (25) una volta tagliata la testa alla sterilità della relazione uroborica (26). Non è dato un vero rapporto con il maschile interiore fino a quando quest'ultimo non sia riconosciuto come Tu-Altro da sè.
Il figlio-amante si autocastra nell'estasi per la Madre e il circolo vizioso continua a girare senza sosta in un testa-coda sempre uguale a se stesso. La donna identificata con l'Ombra materna sposa del figlio si fa contenitore e gabbia del fallo fecondante, quel "Logos spermatikos" (24) che potrebbe rigenerarla, "solificarla", illuminando il suo pensiero (25) una volta tagliata la testa alla sterilità della relazione uroborica (26). Non è dato un vero rapporto con il maschile interiore fino a quando quest'ultimo non sia riconosciuto come Tu-Altro da sè.
" Sono assolutamente sola, ma temo che il mio isolamento venga interrotto e di non poter più governare il mio universo. Mi terrorizza la tua comprensione, quella che ti consente di penetrare nel mio mondo, perchè allora sarei manifesta e dovrei dividere il mio regno con te." (27)
Nella casa incestuosa, nel mondo chiuso dell'amore senza coscienza, Sabina e Jeanne vivono senza l'Altro: il loro è soltanto un confuso proiettare se stesse nel diverso per contenere il suo potere nella trappola del cerchio uterino, rendendosi schiave e padrone. La donna-Titanic dovrà affondare per riemergere dall'inconscio nel suo aspetto più autentico e firmare un nuovo patto: la rinuncia al potere sul figlio è un sacrificio necessario perchè l'isolamento partenogenetico si traduca in viaggio alla ricerca dello sposo e in ritrovata verginità interiore, quell'essere "una-in-se-stessa" di cui scrive Esther Harding; il reale confronto con l'opposto porta al coraggio di condursi sulla strada del Sè (28).
L'illimitato potere della gigantessa si posa sul maschio così come il Titano Selene sopra il giovane Endimione, " colui che 'ritrova se stesso dentro' , circondato dalla sua amata, come avvolti in uno stesso manto". (29)
Nell'analisi del mito da parte di Rafael Lopez-Pedraza, il titanismo è visto come "l'archetipo dell'eccesso" rivolto all'esterno (30), ma la possibilità virginale e creativa di ritrovarsi dentro (anche se data dall'eccesso di chiusura in sè ) sperimentata dal bell' Endimione nel suo "dormire con Selene" (31) si discosta dall'aspetto più propriamente titanico che è esagerazione verso l'esterno. Alchemicamente, il "vir a foemina circumatus" è lo stesso principio maschile che dall'interno del cerchio si librerà e libererà per liberare la sua femmina al termine dell' "opus"; ritrovarsi dentro può voler dire allora capacità di comprendere i messaggi del Sè per realizzarli poi attraverso la voce rinnovata dell'Animus creativo.
(ricerca continua)
Nell'analisi del mito da parte di Rafael Lopez-Pedraza, il titanismo è visto come "l'archetipo dell'eccesso" rivolto all'esterno (30), ma la possibilità virginale e creativa di ritrovarsi dentro (anche se data dall'eccesso di chiusura in sè ) sperimentata dal bell' Endimione nel suo "dormire con Selene" (31) si discosta dall'aspetto più propriamente titanico che è esagerazione verso l'esterno. Alchemicamente, il "vir a foemina circumatus" è lo stesso principio maschile che dall'interno del cerchio si librerà e libererà per liberare la sua femmina al termine dell' "opus"; ritrovarsi dentro può voler dire allora capacità di comprendere i messaggi del Sè per realizzarli poi attraverso la voce rinnovata dell'Animus creativo.
(ricerca continua)
1- E. Neumann, La psicologia del femminile (pag.9 seg.)
2- E. Neumann, La psicologia del femminile. Sulla "prima materia" indivisa e increata, vedi: C.G.Jung, Psicologia e alchimia (pag. 348 seg.) Il "caos" è "una nonna di tutte le stelle, degli alberi e delle creature di carne" ( così scrive Paracelso in: "Philosophia ad Athenienses"); da qui procedono gli opposti, la Madre e il Padre.
3- E. Neumann, La psicologia del femminile (pag.12)
4- E. Jung, Animus e Anima (pag. 36 seg.)
5- J. Hillman, Saggi sul Puer (pag.152 La gran madre, suo figlio, il suo eroe e il Puer )
6- A. Nin, Diari, vol. I (cit. dalle pag. 65 e 69 e 71)
7- C.G.Jung, Mysterium coniunctionis (pag.69)
8- A. Nin, Diari, vol. I (pag.129)
9- Sull'unione mortifera e violenta tra Logos di potere e lato oscuro di Eros, vedi: B.A. Te Paske, Il rito dello stupro- il sacrificio delle donne nella violenza sessuale. Soprattutto vedi da pag.91: Il background archetipico dello stupro; La danza macabra è un'immagine per la commistione del Logos di potere con Eros in fase di "nigredo".
10- E. Harding, I misteri della donna (pag 45)
11- E. Harding, I misteri della donna; T.G. Gallino, La ferita e il re; Per un paragone tra Puer come figlio di madre e come fanciullo in relazione al Senex, vedi: J.Hillman, Saggi sul Puer. Soprattutto il saggio del 1973 La gran madre, suo figlio, il suo eroe e il Puer. Vedi anche nota 1 pag.159 e 160 per un confronto con il pensiero di C.G.Jung a proposito; C. Paglia, Sexual personae. La Paglia riporta Neumann ( Storia delle origini della coscienza pag. 46-53) e scrive: "La mascolinità non è che un'ombra che la natura proietta nel suo eterno vorticare. Gli dei giovanetti sono "consorti fallici della Grande Madre, fuchi al servizio dell'ape regina, soppressi non appena abbiano assolto il loro compito di fecondazione". La madre amorosa soffoca ciò che abbraccia. Gli dei morituri sono "fiori delicati, simboleggiati nel mito da anemoni, narcisi, giacinti o viole. (...) I giovinetti che personificano la primavera, appartengono alla Grande Madre. Sono i suoi schiavi, una sua proprietà, perchè sono i figli che lei ha messo al mondo. Di conseguenza i sacerdoti e i ministri prescelti dalla Grande Madre sono degli eunuchi.Che si ami, si muoia o si venga evirati per lei, non fa differenza"(...) La maternità è la cappa dell'esistenza." (pag.70 e 71)
12- G. Gatt, Ernst (pag.6) Il dipinto si trova al Ludwig Museum di Colonia.
13- L.V.S. Masoch, Venere in pelliccia. Wanda, la terribile protagonista, è sempre e comunque libera e sola: già vedova, abbandona Severin per un nuovo amore ( un bell'ufficiale greco dall'animo fiero e autoritario, un uomo degno di lei ) ma anche quest'ultimo è destinato a soccombere ( muore in duello due anni dopo ! ).
14- L.V.S. Masoch, Venere in pelliccia (pag.5)
15- L.V.S. Masoch, Venere in pelliccia (pag.20)
16- L.V.S. Masoch, Venere in pelliccia (pag. 27 e 29)
17- L.V.S. Masoch, Venere in pelliccia (pag.28)
18- L.V.S. Masoch, Venere in pelliccia (pag.31)
19- C.G.Jung, Mysterium coniunctionis (pag. 414) Vedi anche Psicologia e alchimia (pag. 22, 52, 178 e 518); A proposito di Gnomi come immagine dell'inconscio creativo, vedi: Teatro della notte- sogni e visioni: laboratorio dell'artista, a cura di C.Risè. Si tratta di brani raccolti dall'opera di R.L. Stevenson.
20- C.G Jung, Mysterium coniunctionis (pag. 139, nota 264 e pag. 442 ); In P.Pizzari, una traduzione di Paracelso, Liber de nymphis: le salamandre sono "esseri elementali" custodi dei tesori delle regioni ignee ( pag.113). Il loro elemento è il fuoco, la loro "Terra" è la terra, il loro "Cielo" è l'aria. Possono presagire la rovina di un regno con mostruose scintille (pag.123 e 135); Il giovane pittore tedesco che ritrae Wanda con pelliccia e frustino in toni "ardenti" e "diabolici" dice di lei: "questa donna abita nel cuore di una montagna, perchè appartiene all'inferno"- L.V.S. Masoch, Venere in pelliccia (pag.73)
21- L.V.S. Masoch, Venere in pelliccia (pag. 85)
22- C.G. Jung, L'Io e l'inconscio (pag.43 seg. Le conseguenze dell'assimilazione dell'inconscio) Sull' idropisia come inflazione dell'Io, vedi anche in: Mysterium coniunctionis (pag. 279 seg. La trasformazione del re ) Jung riporta la Allegoria Merlini tratta da Artis Auriferae, vol. I
23- L.V.S. Masoch, Venere in pelliccia (pag. 41 e 42)
24- E.Harding, I misteri della donna (pag. 141)
25- E. Jung, Animus e Anima (pag. 19 Introduzione di M.L. Colonna)
26- C.G. Jung, Mysterium coniunctionis (pag. 512 ) La decapitazione è "distacco dell'intelligenza dalla passio magna et dolor", è una "liberazione dell'anima".
27- A.Nin, La casa dell'incesto (pag.54 e 55)
28 - E. Harding, I misteri della donna (pag. 109 e 111 e 130) Essere una-in-se-stessa significa sentirsi autonomamente virginali, nella castità o nell'istinto sessuale vissuto seguendo il movimento del proprio significato; le dee lunari sono vergini in tal senso e non dipendono dal consorte. Altre dee, invece sono controparti del dio con il quale formano l'unità e la coppia. "La Dea Lunare appartiene ad un sistema matriarcale, non patriarcale. Non è collegata ad alcun dio come moglie o 'controparte'. E' la padrona di se stessa, una-in-se-stessa".
29- R.L. Pedraza, Follia della Luna amore titanico: un incontro fra patologia e poesia (pag.33 in: J.Stroud e G.Thomas, L'Intatta- archetipi e psicologia della verginità femminile)
30- R.L. Pedraza, Follia della Luna (pag. 40)
31- R.L. Pedraza, Follia della Luna (pag.36)
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