"Volavo" di Valeria Bianchi Mian - acrilici su fotografia...
prima parte di un lavoro in cui la seconda fotografia
illustra la discesa della Puella... sulla terra.
E la rinascita della donna a se stessa.
Le scelgo piccole, le scatole: questa che ho davanti adesso, ad esempio, stracolma di bottoni, conteneva in origine un paio di anfibi numero 22.
22.
Il piede di mio figlio.
22 Trionfi. Lame. Arcani maggiori.
Un numero di breve durata per un piedino che si muove rapido ed esplorativo e cresce in fretta: mio figlio in cammino, Matto (0) e Mondo (XXI).
Faccio ordine tra le carte, spolvero libri e catalogo materiali per costruire una nuova scatola. Nessuna fiaba, oggi: l'idea sulla quale riflettere riguarda Carl Gustav Jung e il Libro Rosso. "The Red Book Art Project" in collaborazione con Gajap. Partecipiamo anche noi Hermae all'esposizione itinerante nata ormai un paio di anni fa: il prossimo appuntamento sarà nel mese di Maggio presso Libreria Legolibri qui a Torino.
Guardo fuori dalla finestra e mi colpisce la luce di un sole che sembra già quello di Maggio. Invece no, è ancora Gennaio e la città non respira. Dal primo dell'anno al quindici Gennaio Torino ha superato per quattordici volte la soglia massima di schifezze presenti nell'aria. In 365 giorni sono ammesse solo trenta giornate di "eccesso". Avendo raggiunto il giro di boa così presto, mi chiedo: arriveremo a Maggio senza boccheggiare? Pesci apocalittici, animali che distruggono il proprio habitat, tesi a raggiungere il futuro?
Torno al qui ed ora. La mia scatola contiene un piccolo libro dipinto di rosso, un oggetto che ho posto tra le mani di creta del creatore del Libro Rosso. Il volto di Carl Gustav Jung, sorridente, triste, pensoso, vicino e lontano ruota intorno al piccolo Libro Rosso che è luce. L'idea non è fotografabile ed è questo il motivo per cui non posso abbinare a questo post la fotografia del progetto. Non ancora. Riceverete l'invito per la mostra, certamente.
Mentre mio figlio continua a dormire, rileggo il dialogo di Socrate con Diotima (nel Simposio di Platone), un testo che mi da i brividi, e che ho risplverato in queste settimane. L'avevo dimenticato nello zaino della mente, pieno zeppo di figure dell'anima incontrate a partire dall'adolescenza. Ritrovo Diotima, figura d'Anima guida, piena di senso- Anima di Socrate, di Platone stesso- voce di donna, reale e irreale, l'unica che Socrate non contesta, l'unica che il filosofo non può sottoporre al proprio procedimento di distruzione e ricreazione della Verità, perché lei è Socrate stesso, ne è le più sagge profondità in connessione con il significato vivo di Eros.
"Nel vivente destinato a morte solo questo è senza morte: concepimento, vita che nasce", sussurra Dotima... "Non può sorgere vita nella sconnessione".
fotografia di Maura Banfo - questo fiore mi sembra
una fatina che si guarda e si riconosce allo specchio...
Il sole sta calando.
Sono quasi le 4. Le 16.
Pieno pomeriggio di un giorno d'inverno.
Mio figlio seduto accanto a me, guardo le mie mani, lo guardo e mi metto al lavoro... (continua perché il blog è un movimento continuo)
Valeria BM
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